La questione suprema di un’opera d’arte




Forgiare l'arte a partire dalla propria esistenza. Sembra essere questo ciò che sta facendo l'artista giapponese Ikeda Manabu che attraverso i suoi dipinti fantasmagorici ricrea un mondo surreale che attinge a una realtà immaginata, allegoricamente interpretata e sensibilmente vissuta in ogni sfumatura. 

E osservando i suoi dipinti, realizzati con inchiostro e pennello attraverso cura e pazienza certosina (si tratta di un dispiego di tempo ed energia non indifferente se si pensa che per realizzare un'opera Ikeda Manabu impiega fino a otto ore al giorno per un paio di anni), la memoria ha rispolverato una frase di Ulisse: "la questione suprema di un’opera d’arte riguarda la profondità di vita da cui scaturisce". Una grande verità per l'arte di Manabu. 






2 commenti:

  1. Non conoscevo Ikeda Manabu, ma trovo le sue opere davvero spettacolari! Mi ricordano un altro pittore di cui ho parlato qualche tempo fa sul mio blog, Jacek Yerka, anche se Ikeda Manabu mi sembra immerso in un'atmosfera meno favolistica, sempre surreale, ma più dura e incisiva. Grazie di avermi fatto conoscere un nuovo artista!

    RispondiElimina
  2. Grazie a te del tuo commento! Anch'io avevo parlato di Jacek Yerka e in effetti ci sono delle similitudini proprio dal punto di vista della ricerca artistica sarebbe bello approfondire il discorso in questo senso

    RispondiElimina

Copyright by Sara Durantini. Riproduzione riservata. Powered by Blogger.