Il carteggio inedito tra Massimo Bontempelli e Giuseppe De Robertis (prima parte)

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Massimo Bontempelli è uno dei letterati e scrittori italiani che ha risentito maggiormente delle diffidenze dei critici e, per questo, spesso incompreso. Gianfranco Contini lo inserisce nell'antologia del 1988, Italia magica. Racconti surreali novecenteschi edita da Einaudi, seconda edizione italiana dopo quella francese del 1946, come ultimo della rosa di scrittori magici (nonostante il criterio seguisse un ordine cronologico) quasi a sottolineare l'importanza di un personaggio simbolo di continuità con la letteratura magica che si estende oltre i confini di quell'antologia, la cui scrittura è sinonimo del realismo magico stesso ("Trovai il titolo pensando, in parte, proprio al realismo magico di Bontempelli" dichiara in un'intervista a Staglieno  per Il Giornale nel gennaio del 1989). Tuttavia negli scritti rispettivamente del 1944 e 1945, Introduction à l'étude de la littérature italienne contemporaine e la Lettre d'Italie, Contini costringe Bontempelli al ruolo di scrittore elitario, audace nello stile e nella sintassi volgarmente assimilata a quella surrealista. Mentre in questi ultimi scritti l'opinione di Contini viene esplicitata senza riserva alcuna, nell'antologia del 1988 il critico cela, con ingannevole ingegno, il suo reale intento: porre come ultimo scrittore Bontempelli significa mettere in ombra quelle che furono le reali implicazioni dello scrittore comasco nella fondazione e teorizzazione del realismo magico italiano.

A riprova di un atteggiamento contraddittorio e spesso non ben definito da parte di Contini vi è la totale assenza di Bontempelli dal saggio letterario curato da Contini stesso ed edito da Sansoni, Letteratura dell’Italia unita 1861-1968. Accanto a Contini, altri critici hanno avuto poca "eleganza" (appropriandomi dell'espressione con la quale Pasolini commentò l'assenza di Bontempelli, e anche di altri letterati, dal saggio continiano sulla letteratura italiana uscito per Sansoni nel 1968) nell'approfondire la materia bontempelliana. Basti pensare che il primo convegno dedicato allo scrittore comasco è avvenuto solo nel 1991 e alcune sue opere, come i primi romanzi, hanno iniziato a (ri)vedere la luce verso la fine degli anni '90. 

Per uno studio sistematico e approfondito dello scrittore, del giornalista e soprattutto della personalità insita in questo poliedrico letterato, un apporto di grande valore è stato dato dal carteggio Alvaro, Bontempelli, Frank. Lettere a «900» seguito da un saggio di Marinella Mascia Galateria, che illustra le dinamiche attorno al suo inserimento nella società letteraria della metà degli anni Venti, la sperimentazione e la tradizione, lo scontro con Malaparte, la polemica tra Strapaese e Stracittà. 

Ma proprio il convegno tenutosi a Trento nel 1991 ha il merito dare smalto alla letteratura bontempelliana (animata dal realismo magico di cui risentirà grande fortuna anche la letteratura latino-americana di Marquez e, in parte di Sepulveda) all'intreccio narrativo dei romanzi e al ruolo di Bontempelli stesso quale intellettuale e letterato che ha vissuto in prima persona il periodo intercorso tra le due guerre inaugurando un genere letterario che, dagli anni sessanta in poi, vivrà un momenti d'oro. 

Ed è sulla figura di Bontempelli, quale intellettuale e letterato, che ho concentrato i miei studi negli ultimi anni, focalizzando l'attenzione sul carteggio inedito con Giuseppe De Robertis  (10 gennaio 1941 - 29 luglio 1950) conservato presso l'archivio storico del Gabinetto Vieusseux di Firenze (consultazione e riproduzione anastatica). Nella speranza di ridare smalto e vigore ad una figura storica del panorama letterario italiano, ho voluto analizzare e sviscerare questo breve ma prezioso carteggio (se pensiamo che cospicua parte dei carteggi bontempelliani oltre alle opere d'arte e oggetti, sono custoditi nel fondo Bontempelli, presso il Getty Center di Santa Monica, in California) rimasto in uno dei più importanti archivi italiani. Partire dal carteggio  per approfondire il realismo magico bontempelliano, il peso dell'ironia nell'intreccio narrativo delle sue opere, i temi affrontati dallo scrittore comasco, oltre ai legami con la letteratura latino-americana, mi sembrava il punto di partenza per uno studio (iniziato nel 2000) di ampio respiro volto appunto, a reintegrare il ruolo di Bontempelli nel panorama letterario italiano.

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